Inverni torinesi - itinerario tragicomico di chi fa esperienza di camplus.
Antefatto.
Bronislaw Malinowsky, il babbo del metodo etnografico, inaugurò la stagione della 'ricerca sul campo'. Io, un babbo e basta, inauguro quella che è la mia prima analisi antropologica ante litteram, anzi, della mia personale rielaborazione di pensieri ed annotazioni fatte in personale ricerca. Ovviamente quello che scrive è Nerinchiostro, non in grado di intendere e volere, quindi mi sembra ben più che scontato che ogni riferimento a fatti e/o persone non è per nulla riferito a personaggi realmente esistiti (certo che no).
Capitolo Zero.
Un anno. Quante peripezie, colpi di scena, fulmini a ciel sereno e gente ben poco equilibrata si può porre sul cammino di qualcuno, in un solo anno? Molte, anzi, direi troppe, anche se così svelo già quelli che saranno i protagonisti di questo tragicomico itinerario, scritto in bilico, tra i vapori di una bagnacauda ed il ghiaccio (demone bianco) che rovina le mie passeggiate.
Come in ogni grande tragedia, anche qui è presente un antefatto, il capitolo zero di una storia che -inizialmente- ben poco ha di avvincente. Un buco, si, un vero e proprio buco di tre metri quadri fu per un buon mese la mia sistemazione, in (ben rimpianta) solitudine silenziosa.
Erano gli ultimi giorni di settembre, e l'anno universitario stava per cominciare; aspettative, latenti pensieri di surrealiste situazioni che potevano o meno aspettarmi lì sul varco piemontese, e la necessità (anzi, la smania) di trovare una qualche sistemazione. Bene (!), perfetto, ho trovato quello che cercavo (!), un bel monolocale dotato di tutti i comfort, con ampi spazi e luminose finestre, tutto ad un prezzo non troppo esagerato e a due passi da quella che - da lì a breve- sarebbe diventata la mia facoltà universitaria. Perfetto insomma, si, in foto magari. Le nostre (le mie) avventure, cari lettori, iniziano con quella che altro non ha d'esser definita come truffa. Una truffa, non troppo articolata, di quelle vecchio stampo, dove un anzianotto, tanto simpatico e disponibile, ti mostra un bel monolocale per poi (dopo aver preso ben tre mensilità) darti le chiavi di quello che , molto probabilmente, sino a qualche tempo prima doveva essere stato il nido d'amore di Pisolo e Mammolo (ma nemmeno, forse ancor più piccolo!) .
Tre metri quadri dicevamo, o poco più. Una postazione multitasking, dove stando comodamente seduto sul letto si poteva: accendere la TV, spostare l'antenna del modem, cucinare nel fornetto a gas, aprire il lillipuziano frigorifero, riporre i vestiti nella valigia (non era previsto un armadio, essendo quella stanza più piccola dell'interno di un armadio di medie dimensioni) ed utilizzare il bagno.
Bene, penserete voi, e che problema c'è? Basta parlare col padrone di casa e chiarire il malinteso, spiegare che - in verità - non era proprio quello l'alloggio mostrataci (e pagato per tre mensilità). Capirà, ammetterà il torto. Ed invece no... "o così o niente, terrùn, se vuoi vammi a denunciare". Benissimo, penserete voi, la denuncia scatta in automatico ; semplicissimo, penserete voi. Si, e poi dove andavo a dormire?
Così rimasi per un mesetto nello stanzino multifunzionale, in attesa di ricever notizia riguardo alla vincita o meno della borsa di studio (che comprendeva la permanenza in un intergalattico campus). Vi avviso, ancora le peripezie devono arrivare.
( la continuazione dell' Itinerario tragicomico è sospesa per sovrabbondanza di materiale, esperienze paranormali e presenza superflua di omuncoli che quasi impongono una loro descrizione narrativa. Caricherò il tutto quando una bella porzione di storie verrà fuori . Nell'attesa sono disponibili i 'Versi Liberi' )
To be continued...
Antefatto.
Bronislaw Malinowsky, il babbo del metodo etnografico, inaugurò la stagione della 'ricerca sul campo'. Io, un babbo e basta, inauguro quella che è la mia prima analisi antropologica ante litteram, anzi, della mia personale rielaborazione di pensieri ed annotazioni fatte in personale ricerca. Ovviamente quello che scrive è Nerinchiostro, non in grado di intendere e volere, quindi mi sembra ben più che scontato che ogni riferimento a fatti e/o persone non è per nulla riferito a personaggi realmente esistiti (certo che no).
Capitolo Zero.
Un anno. Quante peripezie, colpi di scena, fulmini a ciel sereno e gente ben poco equilibrata si può porre sul cammino di qualcuno, in un solo anno? Molte, anzi, direi troppe, anche se così svelo già quelli che saranno i protagonisti di questo tragicomico itinerario, scritto in bilico, tra i vapori di una bagnacauda ed il ghiaccio (demone bianco) che rovina le mie passeggiate.
Come in ogni grande tragedia, anche qui è presente un antefatto, il capitolo zero di una storia che -inizialmente- ben poco ha di avvincente. Un buco, si, un vero e proprio buco di tre metri quadri fu per un buon mese la mia sistemazione, in (ben rimpianta) solitudine silenziosa.
Erano gli ultimi giorni di settembre, e l'anno universitario stava per cominciare; aspettative, latenti pensieri di surrealiste situazioni che potevano o meno aspettarmi lì sul varco piemontese, e la necessità (anzi, la smania) di trovare una qualche sistemazione. Bene (!), perfetto, ho trovato quello che cercavo (!), un bel monolocale dotato di tutti i comfort, con ampi spazi e luminose finestre, tutto ad un prezzo non troppo esagerato e a due passi da quella che - da lì a breve- sarebbe diventata la mia facoltà universitaria. Perfetto insomma, si, in foto magari. Le nostre (le mie) avventure, cari lettori, iniziano con quella che altro non ha d'esser definita come truffa. Una truffa, non troppo articolata, di quelle vecchio stampo, dove un anzianotto, tanto simpatico e disponibile, ti mostra un bel monolocale per poi (dopo aver preso ben tre mensilità) darti le chiavi di quello che , molto probabilmente, sino a qualche tempo prima doveva essere stato il nido d'amore di Pisolo e Mammolo (ma nemmeno, forse ancor più piccolo!) .
Tre metri quadri dicevamo, o poco più. Una postazione multitasking, dove stando comodamente seduto sul letto si poteva: accendere la TV, spostare l'antenna del modem, cucinare nel fornetto a gas, aprire il lillipuziano frigorifero, riporre i vestiti nella valigia (non era previsto un armadio, essendo quella stanza più piccola dell'interno di un armadio di medie dimensioni) ed utilizzare il bagno.
Bene, penserete voi, e che problema c'è? Basta parlare col padrone di casa e chiarire il malinteso, spiegare che - in verità - non era proprio quello l'alloggio mostrataci (e pagato per tre mensilità). Capirà, ammetterà il torto. Ed invece no... "o così o niente, terrùn, se vuoi vammi a denunciare". Benissimo, penserete voi, la denuncia scatta in automatico ; semplicissimo, penserete voi. Si, e poi dove andavo a dormire?
Così rimasi per un mesetto nello stanzino multifunzionale, in attesa di ricever notizia riguardo alla vincita o meno della borsa di studio (che comprendeva la permanenza in un intergalattico campus). Vi avviso, ancora le peripezie devono arrivare.
( la continuazione dell' Itinerario tragicomico è sospesa per sovrabbondanza di materiale, esperienze paranormali e presenza superflua di omuncoli che quasi impongono una loro descrizione narrativa. Caricherò il tutto quando una bella porzione di storie verrà fuori . Nell'attesa sono disponibili i 'Versi Liberi' )
To be continued...